Non è facile rispondere a questa semplice domanda, soprattutto se a rispondere è uno dei principali responsabili di questa lunga interruzione.
Questa pausa è dovuta ad una serie di cause che è interessante esplorare per tre buoni motivi:
- Cercare di evitare future interruzioni
- Provare a generalizzare per comprendere perché su Internet è così frequente che siti vivaci finiscano per rimanere tristemente fermi a contenuti vecchi di anni
- Studiare possibili contromisure tecnologiche o procedurali per fare in modo che i flussi d’informazione siano continuativi e più uniformi
… Ma sto tergiversando… per evitare il punto dolente…
Perchè l’interruzione di 30 mesi?
Provo a buttare giù un po’ di cause possibili:
- Pigrizia nello scrivere.
- Procedure di pubblicazione talmente complicate da diventare una burocrazia disarmante.
- Paura di sbagliare / scrivere male / commettere errori.
- Scarso feedback. Poca possibilità di vedere risultati tangibili dello sforzo effettuato.
- Entusiasmo, desiderio di scrivere e tempo disponibile in alcuni periodi e poi lunghi periodi in cui sono prevalenti altre attività o priorità o preoccupazioni .
- Troppe persone coinvolte nel flusso che, da un’idea divertente, interessante o entusiasmante, porta ad un articolo pubblicato.
In effetti queste cause di blocco sono molto interessanti. Rileggendole immediatamente dopo aver finito di scriverle, mi sembrano quasi un Manifesto del Web 2.0.
Il Web 2.0 , che ho fatto in tempo a descrivere in uno degli ultimi post prima del “lungo silenzio”, comprende un insieme di tecnologie e funzionalità che rendono molto semplice la creazione e la condivisione dei contenuti da parte degli utenti.
Il fenomeno dei Blog è stato una delle forze trainanti del Web 2.0. WordPress, tecnologia alla base di questo Yepa Blog, è una delle star del Web 2.0. Scrivere con WordPress è facile, rapido ed immediato. Correggere lo è altrettanto.
La mia speranza è che, grazie alla semplicità di WordPress, diminuisca la mia “Pigrizia nello scrivere” di cui alla causa 1.
Per quanto riguarda la causa 2, mi regolerò in questo modo, come fanno in effetti i Blogger di tutto il mondo:
- Appena finito di scrivere questo post, io lo pubblico,
- poi lo riapro e lo correggo un po’,
- poi lo correggeranno i miei colleghi che avranno voglia o tempo di farlo,
- poi, se ci saranno altri errori, sarai tu, caro lettore, ad “impallinarmi” con un commento inesorabile!
Per la causa 3, c’è poco da fare. L’unica soluzione è non pensarci ricorrendo magari all’antica saggezza popolare che dice: “Chi non fa non sbaglia”
La causa 4 è la più difficile da contrastare. Le bellissime statistiche di WordPress possono dare un po’ di soddisfazione a chi scrive. Anche i commenti dei lettori sono sempre stimolanti. Però, per dare un vero feedback a me che scrivo un post per la mia azienda, bisognerebbe collegare direttamente:
- l’ordine di un servizio o di un prodotto,
- con l’utente che è entrato sul sistema portale aziendale tramite il Blog, leggendo il mio bellissimo post.
Per fare questo collegamento esiste una tecnologia molto avanzata ed interessante di cui scriverò in futuro: si chiama Google Analytics ed ha strumenti di tracciamento delle conversioni. La conversione è un concetto basilare del Web marketing. “Conversione” è l’azione desiderata da chi gestisce un sito Internet. Può essere un pagamento effettuato con Paypal, la registrazione di un utente o lo scaricamento di un pacchetto software. Anche delle conversioni scriverò in seguito.
La causa 5 può essere superata grazie ai “Time Stamp” di WordPress e degli altri principali strumenti di Blogging. Alcuni articoli (post) possono essere scritti e programmati per essere pubblicati in una data prestabilita. Chi scrive per un Blog dovrebbe cercare di scrivere due Post per volta. Uno per pubblicazione immediata, l’altro programma per pubblicazione dopo un lungo periodo.
La causa 6 si supera sempre grazie a WordPress, che consente la pubblicazione diretta, senza intervento dei tecnici. Se ho un’idea, io la pubblico. I miei colleghi avranno tutte le possibilità di lavorarci a posteriori.
Viva il Web 2.0!